Chi siamo

 

Nel 1987 le leggi vigenti prevedevano l’abbattimento dopo tre giorni di sosta nei canili municipali dei cani rinvenuti vaganti sul territorio e accalappiati. Gli animali venivano uccisi in maniera sommaria e crudele.


Alcuni per esempio venivano stipati vivi in grossi cassoni di legno in cui versavano abbondanti dosi di cloroformio.


Per un po’ si sentiva guaire, i guaiti diventavano poi lamenti e poco dopo tutto taceva. Venivano estratti morti per le orecchie e smaltiti non si sa dove. Altro “sistema” consentiva nel praticare loro un’iniezione letale e poi gettarli su un rogo a volte prima ancora che giungesse la morte.


In quel periodo la sottoscritta Carina Di Nola, prima e attuale Presidente, nonché fondatrice della SPES, provvedeva a dare cibo e acqua a un povero randagio soprannominato “il cane povero” date le sue particolari condizioni di estremo malessere.


Tra noi nacque una profonda amicizia che unitamente alle cure giornaliere, valse a migliorare il suo stato generale di salute. Un giorno però grazie a quattro “megere” che chiamarono gli accalappiacani, “infastidite” dall’abbaiare del cane al passaggio dei motorini.
Il cane fu catturato e portato nell’ex macello di Frattamaggiore adibito a deposito dei cani in attesa di essere giustiziati.


La sottoscritta avvertita dell’accaduto si recò alla struttura suddetta per riscattarlo secondo le norme vigenti. L’ingresso in quell’antro immenso, buio, cupo in cui in quindici gabbie di ferro c’erano i prigionieri in attesa dell’esecuzione, sconvolse profondamente il suo animo.

 

Quindici paia di occhi indicibilmente tristi e imploranti mi seguirono mentre al guinzaglio mi riportavo il “cane povero”. Quello sguardo indimenticabile mi lacerò l’anima e giurai a me stessa che da quel momento ogni attimo della mia esistenza, ogni mia energia, le avrei dedicati alla salvezza e alla difesa degli animali.


Fu così che nacque la SPES.

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